La UNI 11720:2018 è la norma tecnica che definisce profilo e caratteristiche dell’HSE Manager, un professionista atipico, che ha il compito di favorire l’integrazione dei concetti di salvaguardia della salute, della sicurezza e dell’ambiente all’interno di un’organizzazione. Vediamo quali sono i suoi compiti specifici e soprattutto quale iter formativo bisogna seguire per ricoprire questo ruolo.
Chi è l’HSE Manager: la norma UNI 11720:2018
L’Health, Safety and Environment (HSE) Manager è una figura di recente costituzione. Si tratta di una professione atipica, priva di una chiara e precisa definizione, ma soprattutto non organizzata in ordini o collegi come previsto dalla legge n. 4 del 2013. Ancor più recente è la norma tecnica che ne definisce il profilo e le caratteristiche, ovvero la UNI 11720:2018, testo realizzato dall’Ente Italiano di Normazione lo scorso luglio e necessario per la delimitazione di un termine che fino ad allora era talvolta utilizzato impropriamente. Benché l’applicazione delle diverse norme tecniche sia fondamentalmente su base volontaria, salvo i casi in qui queste sono richiamate dal legislatore all’interno di normative cogenti (es. la ISO 11228 relativamente alla Movimentazione Manuale dei Carichi), la UNI 11720:2018 promette di essere un riferimento centrale in merito alla figura dell’HSE Manager e rappresenta attualmente la sola fonte di indicazione in merito. L’accuratezza con la quale viene delineato il profilo del Manager HSE è notevole.
La stretta correlazione che spesso si genera tra aspetti cogenti ed elementi che superano la logica della compliance è ad oggi una realtà riconosciuta. E l’HSE Manager ne rappresenta sicuramente un esempio, un ruolo la cui istituzione non è obbligatoria ma attraverso il quale le tematiche ambientali e quelle di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro si incontrano.
E’ bene però precisare fin da subito che, per quanto la norma UNI 11720:2018 sia particolareggiata, ci troviamo ancora in una fase embrionale della normazione della figura dell’HSE Manager. Queste prime disposizioni infatti gettano le basi per una linea congiunta ma al contempo daranno vita alle diverse domande che nel prossimo futuro ci porremo relativamente al ruolo di HSE Manager.
Di cosa si occupa l’HSE Manager
<<La tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza nelle attività svolte dall’organizzazione sono temi ritenuti sinergici rispetto al mantenimento di una presenza competitiva dell’Unione Europea sul mercato globale. Politiche relative a questi temi possono svolgere un ruolo fondamentale per creare posti di lavoro e promuovere gli investimenti rappresentando, quindi, elementi sempre più centrali in tutte le politiche di sviluppo in Europa e di conseguenza in Italia. Il corpus normativo su questi temi si è arricchito progressivamente negli ultimi anni quale prodotto di un’importante attività legislativa a livello europeo e nazionale. […] In un panorama così articolato e complesso, sempre più organizzazioni, sia pubbliche sia private, sentono la necessità di dotarsi di figure professionali in grado di supportarle nel percorso verso il pieno rispetto dei requisiti in ambito HSE e di svolgere un ruolo di spinta al miglioramento continuo nelle aree della prevenzione e tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e della protezione dell’ambiente. >>
Questo è il contesto all’interno del quale la Commissione Tecnica UNI definisce la figura dell’HSE Manager. Scopo primario di questo professionista è dunque favorire l’integrazione dei concetti di salvaguardia della salute, della sicurezza e dell’ambiente all’interno di un’organizzazione, nell’esecuzione del proprio core business. Il tutto in ottica di conformità legislativa e di tensione alla costante crescita strategica. Di fatto, si occupa tanto della preventiva individuazione e analisi dei rischi per i lavoratori e per l’ambiente connessi alle scelte strategiche dell’organizzazione, quanto della definizione e attuazione delle misure volte ad arginare questi stessi rischi.
Attraverso la UNI 11720:2018, l’Ente Italiano di Normazione fornisce un riferimento univoco per l’individuazione dei compiti sottesi al Manager HSE, dei requisiti per l’acquisizione ed il mantenimento della qualifica nonché delle conoscenze, abilità e competenze che costui deve possedere. Queste ultime capacità sono state definite in conformità a quanto previsto dal European Qualification Framework (EQF), un quadro europeo di riferimento che permette il confronto tra i sistemi di qualificazione dei diversi Paesi allo scopo di garantire la trasparenza dei processi di qualifica e favorire la mobilità transfrontaliera dei cittadini.
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L’HSE Manager Operativo e quello Strategico
La norma scinde il Manager HSE in due profili professionali affini ma che divergono in funzione del tipo di supporto fornito all’organizzazione:
- Manager HSE Operativo, identificato con livello EQF 6, che si occupa della gestione di aspetti esclusivamente operativi;
- Manager HSE Strategico, livello EQF 7, che svolge un’attività di definizione di scelte ed obiettivi strategici in ambito HSE in affiancamento ai vertici organizzativi, dai quali è nominato, e di coordinamento delle attività eseguite dal Manager HSE Operativo o di altri Manager HSE eventualmente coesistenti in una realtà organizzativa articolata in più unità produttive.
Alle due figure fanno capo diversi compiti specifici (Prospetti 2 e 3), che naturalmente riflettono le caratteristiche distintive dell’impronta prettamente pratica da un lato e del taglio pianificatore dall’altro. Vi sono poi inevitabilmente anche dei punti di convergenza nelle attività svolte come:
- Supportare i vertici organizzativi nella previsione dell’impatto in ambito HSE delle scelte di business e nell’identificazione dei ruoli e delle responsabilità conseguenti;
- Aggiornarsi e coinvolgere l’organizzazione in merito ad eventuali nuovi riferimenti in materia HSE, sia volontari che cogenti;
- Coadiuvare l’organizzazione nella programmazione e realizzazione degli interventi formativi in materia;
- Avanzare e coordinare iniziative volte alla diffusione della cultura di tutela tanto dei lavoratori quanto dell’ambiente all’interno dell’organizzazione stessa e contribuire alla definizione e attuazione di un sistema di comunicazione in merito;
- Collaborare alla gestione dei rapporti con le parti interessate in materia HSE.
Entrambi i ruoli possono acquisire la qualifica Senior all’aumentare dell’esperienza maturata e delle competenze sviluppate.
Ad ognuno dei compiti assegnati corrispondono poi diverse competenze, sviluppate a seguito dell’acquisizione di specifiche conoscenze informative ed abilità pragmatiche (Prospetti 4, 5 e 6), che vanno ad integrare capacità strettamente personali come la diplomazia e la tenacia (Appendice E). Si spazia, tra le altre, dalle conoscenze tecniche e giuridico-amministrative alle abilità cognitivo-intellettuali e relazionali, tutte precisamente definite nell’Appendice A.
La qualificazione professionale dell’HSE Manager: titoli di studio, esperienza e corsi di formazione
La qualificazione professionale dei profili di Manager HSE Strategico (Prospetto B1) e Operativo (Prospetto B2) si raggiunge con un percorso differenziato, a partire dal titolo di studio, così come definito nell’appendice B. Di fatto, questa componente non ricopre un’importanza fondamentale in quanto il livello di istruzione ammesso va dal Diploma di scuola secondaria di primo grado alla Laurea di II Livello, in una materia che includa discipline almeno in parte connesse alle conoscenze richieste in ambito HSE. Tuttavia, in funzione del titolo posseduto, viene quantificato il numero di anni di esperienza che concorre al raggiungimento della qualifica e che è indipendente sia dalla tipologia di organizzazione presso la quale sono stati maturati quegli anni che dalla posizione organizzativa ricoperta. Starà poi alla singola azienda individuare l’HSE Manager con l’esperienza più conforme alle proprie esigenze.
Alla luce della possibilità di intraprendere questo percorso indipendentemente dal livello di istruzione raggiunto, sorge la necessità di colmare eventuali gap o di appianare le differenze tra la preparazione di un individuo e dell’altro. Vincolante è quindi la frequenza di specifici corsi di formazione con attestazione finale e durata minima di 400 ore distribuite diversamente (Prospetto B3) nelle cinque aree tematiche di riferimento (specifici contenuti riportati nell’Appendice C):
- organizzativo-gestionale;
- giuridico-amministrativa;
- tecnica in materia di sicurezza sul lavoro;
- tecnica in materia di salute occupazionale;
- tecnica in materia ambientale.
Naturalmente, alcune conoscenze tecniche, connesse all’attività organizzativa, potranno necessitare di essere acquisite in integrazione a quelle di carattere più generale.
Inoltre, al fine di assicurare il mantenimento nel tempo delle competenze richieste all’interno della norma tecnica, entrambi i profili di HSE Manager devono sottoporre le proprie conoscenze ad un aggiornamento continuo e documentato. Questo deve prevedere un minimo di 72 ore (almeno la metà delle quali deve derivare da attività con verifica dell’apprendimento) nell’arco di ogni triennio, preferibilmente distribuite in maniera omogenea, che devono essere dedicate alla partecipazione a corsi di formazione, addestramento, seminari e workshop pertinenti con il proprio ruolo ed organizzati da enti formatori riconosciuti.
I soggetti formatori
I soggetti formatori dei corsi in questione devono coincidere con quelli riconosciuti ai sensi della legislazione vigente. Attualmente la norma rimanda agli specifici articoli del D.lgs. 81/2008, che disciplinano la formazione dei diversi soggetti della sicurezza, oltre che ai successivi Accordi Stato-Regioni in materia e al Decreto Interministeriale 6 marzo 2013 “Criteri di qualificazione della figura del formatore per la salute e sicurezza sul lavoro”.
Per la valutazione della sussistenza di tali requisiti è necessario ricorrere almeno ai seguenti strumenti:
- analisi del Curriculum Vitae, opportunamente integrato da documentazione comprovante le attività dichiarate;
- esame scritto per la valutazione delle conoscenze
- esame orale per approfondire il livello delle conoscenze acquisite dal candidato.
Il controllo dei requisiti
In merito alle caratteristiche dell’organizzazione deputata alla valutazione della rispondenza del singolo ai requisiti necessari per ricoprire la funzione di HSE Manager, la norma UNI è invece molto generica. Riferisce infatti che questa << deve:
- avere i requisiti di indipendenza, imparzialità, trasparenza, competenza e assenza di conflitti di interesse;
- assicurare l’omogeneità delle valutazioni;
- assicurare la verifica dell’aggiornamento professionale;
- definire, adottare e rispettare un proprio sistema qualità documentato e un proprio codice deontologico. >>
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